Amore e morte dell’amore nella viva poesia di Anna Lamberti Bocconi

Con Devi chiamarmi sempre (Campanotto, 2006) Anna Lamberti Bocconi, qui alla terza prova poetica, realizza il suo libro più riuscito dopo la raccolta giovanile Sale Rosso (Stampa Alternativa, 1992) e Il vino di quella cosa (Campanotto, 1995, ristampa 2004).
Trovare un minimo comune denominatore per l’opera di questa generosa poetessa è un'operazione difficilissima e affascinante: l'estremo scialo di stili, registri e forme metriche con cui aggredisce una grande varietà di temi mette certo in difficoltà, e così pure la sua incredibile capacità di varianza lessicale.
Più che paragonarla o cercare collegamenti con altri poeti e artisti, mi viene da dire che la sua poesia è molto simile a Milano, l'amata/odiata città in cui vive. Come Milano, anche la poesia di Anna Lamberti Bocconi è attraversata da un'impressionante pluralità di voci; e, proprio come le architetture di una grande città si stratificano e sedimentano, così l'arco di variazioni metriche che percorrono il libro ci restituisce una poesia che rispecchia la metropoli, intesa come dialogo e crocevia di antico e moderno, e che, fortunatamente, è l'antitesi della categoria "metropolitano" intesa come massima densità di informazione.
Il libro è idealmente diviso in due parti, cui fa da cerniera l'intenso poemetto dal titolo ALARE, (Gli ultimi giorni di Amelia Rosselli), appunto sui giorni precedenti il suicidio di questa straordinaria figura, molto amata dall’autrice.
Semplificando estremamente possiamo dire che la prima sezione, più tematicamente coerente, comprende componimenti avvolti da un'interiorità senza tempo, di amore e di morte dell'amore, in cui i due termini sono perennemente collegati in una danza segreta e inconoscibile: “Io prendo fiori come prendo pietre, / non voglio differenze nell'amore. / Il flusso che ti sembra un vieni e vai, / segretamente non ti lascia mai”; “Sull'asse cartesiano tra amore e fine / si dipanò l'estate in un colpo solo / si piantò come un chiodo d'argento fino. (...) Il mio cuore spaccato da un punteruolo / diede sassi che caddero dritti al fondo, / poi l'amore si chiuse dentro un fortino”; e ancora: “L'amore è finito. / Andò a morire sulle cicche degli ospiti, / risaltò sulla luna piena, / mi disse "Crepa (...)”.
Moltissime e dense, soprattutto in questo primo gruppo di componimenti, le immagini o le allusioni alla morte, da quella simbolica dei sentimenti di cui si è detto sopra a quella biologica dei propri antenati, come nella lapidaria poesia che apre la raccolta: “Io sono i morti. / Sapete, quelli del mio viso. / A fior di spada sull'acqua del secchio / a filo dello specchio riflessivo. / Sapete, il funerale del vivo. / Dove si impara a star forti.”.
La seconda parte della raccolta si presenta più frastagliata e, a mio parere, ancora più interessante, mettendo in campo un sorgivo fluire di immagini e situazioni visionarie, e una galleria di personaggi che il talento e la potenza della scrittura di Lamberti Bocconi eleva sempre a una dimensione simbolica e atemporale.
Che siano puttane raccolte “nella notte affumicata e nera” sulla tangenziale, o “benzinai blu e gialli” e ragazze che “sembrano” jugoslave e che popolano una realtà pre-periferica, sufficientemente sbiadita da sopportare l'invito di altri mondi (Quartine di Largo Murani); o Elvis Presley, “l'americano medio con la chitarra, stolido e stallone / che vi ha amato e vi ha mostrato la faccia”, drammatico simbolo di un'America colpevolmente incosciente di fronte agli orrori della guerra, Anna Lamberti Bocconi riesce a proiettarne magistralmente le voci su un orizzonte mitografico che trascende la loro modernità storica.
Insieme alla raccolta, venduta in cofanetto, troviamo Il rischio della forma, un saggio con cui la giovane e brillante studiosa Cristina Savettieri tenta un'analisi di Devi chiamarmi sempre e intervista la poetessa; e un CD, dove il bravo cantautore Giancarlo Onorato recita ALARE (Gli ultimi giorni di Amelia Rosselli) e mette in musica, con risultati affascinanti, la poesia Canzone dell'oscurità.

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Milano e l'amore.
Per Anna Lamberti
Bocconi amari.

Articolo di Francesca Genti del 15 settembre 2006 per Poetastri.com 

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