PER IL VERSO GIUSTO
inediti e inauditi degni di nota
La ressa nell’udito
Più assorbe il tempo
con lo sguardo presbite
soccorso a malapena
dalle lenti,
più si avverte lo scavo,
si deposita in fronte
il pensiero accigliato
da un rumore
di quiete scomposta,
e pare di sentire
certe notti spalancare le gole
tutte insieme
dimenticate voci
entrare prepotenti
nell’udito.
Maria Gabriella Canfarelli
La ressa nell’udito
Più assorbe il tempo
con lo sguardo presbite
soccorso a malapena
dalle lenti,
più si avverte lo scavo,
si deposita in fronte
il pensiero accigliato
da un rumore
di quiete scomposta,
e pare di sentire
certe notti spalancare le gole
tutte insieme
dimenticate voci
entrare prepotenti
nell’udito.
L'aria che abbiamo lasciato
L'aria che abbiamo lasciato
per andare a dormire,
la tua giacca che perde bottoni
e colore perché tu possa
sparire di punto in bianco,
la terrazza (lei sola) che guarda
verso il mare.
Ricacciata in fondo
alla gola la lingua che non parliamo.
Porta socchiusa
Chiara, conclusa e netta
la sentenza
alla fine dei giorni
raccontarla guardandosi
le mani che scottano,
palme combuste e dorso.
Solo la pioggia si ascolta
soltanto il tempo sgocciola
e non smette. Nel corpo
entra e siede la pazienza
mentre l’anno si affaccia
dalla porta socchiusa,
spiraglio la bocca che giura
mai più l’inganno.
Pulizie pasquali
Vermi nella farina
da levare di torno
e tende sgonfie,
fare fuori la macchia
sugli stipi pressando la mano
deodorata spugna che sbraccia
e slarga, disgorga
il centro dell'acqua.
Ora pronta
per l'uso è l'aria nuova
che ti cambia le corde vocali,
puoi sperare
dal sottofondo lentamente salga
un'altra voce, che sia
pezza pulita per asciugare
il cuore quando morde
- che dentro e fuori, al netto
del suo fiato,
finalmente risusciti
a metroquadro il mondo.